Vorremmo segnare il tempo con un’idea nuova e unica: la coltivazione di un vigneto di uve Glera circondato da un luppoleto eretto alto 6 metri. Dovremmo così raggiungere un equilibrio tra ombra e luce, portando il nostro prosecco ad una complessità aromatica e ad un’intensità senza pari nella denominazione DOC.

I nostri 3 ettari di vigneto di uve Glera sorgono all’interno della Crak Farm: un area di quindici ettari che ospiterà cinque ettari di luppoleto, quaranta arnie, un orto per la produzione di ortaggi per i locali TapRoom e Casana, sette ettari per la coltivazione dell’orzo, una piccola malteria e un agriturismo per accogliere fino a dieci ospiti che potranno vivere l’esperienza di risvegliarsi in mezzo alla natura, letteralmente a due passi dal vigneto e dal luppoleto.

ESCLUSIVAMENTE MILLESIMATO

Curiamo meticolosamente ogni aspetto del nostro vigneto: utilizziamo il cento per cento di uve Glera con l’impegno di elaborare la vendemmia di una sola annata per produrre esclusivamente Prosecco DOC millesimato.

Sostenibilità e Biodiversità

Sostenibilità e Biodiversità sono due parole chiave per prenderci cura del nostro vigneto.

Usiamo attrezzature per la minima lavorazione dei terreni in modo da mantenere la microfauna presente nel terreno; fertilizziamo il terreno anche con la pratica agronomica naturale del “sovescio” che ha un alto valore ecologico; siamo certificati SQNPI per la coltivazione integrata: privilegia l’uso di tecniche che garantiscono un minor impatto ambientale, una riduzione dell’immissione nell’ambiente di sostanze chimiche, assicurando così una maggiore sostenibilità dell’agricoltura; infine abbiamo circa 40 arnie che garantiscono la presenza costante di insetti impollinatori fondamentali per la biodiversità.

Pietro Bembo

La Tenuta deve il suo nome al Cardinale Pietro Bembo (1470-1547) che proprio nella zona circostante il nostro vigneto possedeva una villa di campagna, Villa Bozza, frequentata da artisti, letterati e intellettuali di vario genere. 

Qui era solito ritirarsi immerso nella lettura e nella scrittura, concentrato sulla produzione delle sue opere letterarie. 

Proprio in questa sua dimora Padovana, Pietro Bembo creò una delle sue opere più famose: “Prose della volgar lingua” nella quale Bembo affermò che la lingua italiana dovrebbe essere basata sulla lingua toscana ossia sulla forma di italiano parlata a Firenze durante il Trecento, e che rappresentava per Bembo la forma più pura e nobilitata della lingua volgare.

Le opere letterarie di Bembo prodotte durante il suo soggiorno a Villa Bozza hanno avuto un grande impatto sulla letteratura italiana e europea, consolidando la sua reputazione come uno dei maggiori esponenti del Rinascimento.